L'acqua
ha una sua memoria, questo si sa, e a volte la porta anche in giro.
La
pioggia mi fa venire in mente ricordi che altrimenti non uscirebbero.
Vicini
e lontani.
Dolci,
a volte amari.
Piove
sulla strada dove le castagne, coperte dai loro ricci, sono cadute; le macchine
senza pietà ci vanno sopra, e con la pioggia vanno a formare un unico impasto
marrone.
Un
manto triste, dove l'asfalto nero e umido prede il sopravvento, non appena la
zona di bosco al limite della strada finisce.
Di
tanto in tanto saltellano rospetti, mi sembrano confusi. Cercheranno cosa?
Non
so se per loro è bello e si godono questa pioggia, o se invece se ne vadano a
cercare riparo in vista ormai del periodo più freddo.
Io
mi limito a sorridere, trovandoli buffi, cercando di stare ben attento a
schivarli.
Piove
sul vetro dell'auto che va.
La
radio spenta.
Mi
piace ascoltare il rumore della pioggia, la sua magia.
La
musica delle gocce a cadenza confusa, riesce quasi a coprire anche il brusio
dei miei pensieri,
Mentre
avverto una sottile malinconia, data forse dai finestrini che si illuminano di
mille scintille dai lampioni nella strada, dalla sera buia, dai ricordi che
girano per la testa come le gomme bagnate della macchina sulla strada.
Piove
ancora sul vetro della macchina. Il tergicristallo sembra dare il tempo alla
musica.
Ma
il tergicristallo è solo un trucco, è un'illusione che la pioggia si possa
fermare, che possa essere controllata, nel suo ritmo e nel suo bagnare le cose
tutt'intorno.
La
pioggia ha il suo ritmo, ora va a terzine, ora a quattro quarti. Spesso fa dei
tempi sincopati, dove il tergi si confonde.
È
la pioggia che dirige l'orchestra ora, è lei la maestra. Tutto il resto va a
seguire, come l'umore di certe persone, la loro voglia di fare, i loro
pensieri.
I
miei pensieri.
La
mia voglia di fare. Ora vorrei essere davanti al camino, su una mano una tazza
calda, sull'altra un abbraccio*, ancora più caldo, ad ascoltare il concerto
della pioggia.
Perché
noi uomini ci facciamo influenzare così facilmente, da una cosa in sé banale,
come la pioggia? Da dove viene questa nostra debolezza? Non dovremmo noi essere
i signori di questo pianeta, e dirigerlo in armonia con la natura? E allora
perché una semplice pioggia crea questi cambiamenti in noi?
Forse
abbiamo ancora molto da imparare..
Forse
sono sempre io il solito che si fa troppe domande, che si lascia prendere dai
pensieri..
Piove
anche sui cartelli stradali, ora anche il ticchettio della freccia della
macchina si unisce al leggero scrosciare della pioggia sul vetro e sul
tettuccio, è un rumore un po' più metallico adesso.
Si
spegne il motore.
Piove
sulla pozzanghera dove ho appena inzuppato il piede. [Va in mona.]
Piove
sopra e sotto i lampioni, in contrasto col cielo nero, dove la pioggia che cade
si vede ben distinta, e sembra quasi latte.
Piove
sopra gli ombrelli dei passeggeri alla stazione.
Piove
sugli impermeabili di chi non ha l'ombrello.
Piove
sulla mia testa, sui miei pensieri.
Ma
la pioggia non riesce a fermarli. Mi abbandono ai pensieri più dolci, ai
ricordi più felici.
È
un rumore troppo bello adesso, per sprecarlo con cose tristi.
Piove
sul tetto che sta sopra di me.
Lascio
la pioggia fuori, e tutto il resto dentro..
Striscio
le scarpe sul tappeto che dice,
Welcome,
Grazie,
Entro.
"Ciao!"
"Ciao,
piove ancora?"
"Si,
piove.."
*non
da intendersi come biscotto, anche se non mi dispiacerebbe neanche quello, con
in mano una tazza di thè caldo.. Mmm..
(In
partenza questo post voleva parlare di alcuni miei ricordi legati alla pioggia,
ma poi è uscita un'altra cosa, e sarebbe diventato un poema epico, quindi,
casomai, alla prossima puntata:))
Un
caldo saluto a tutti i Visitors e blog-amici!
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