Potrei anche non parlare dei miei figli, come al solito.
Potrei anche smettere di scrivere sempre di loro, visto che certi giorni per la disperazione vorrei gridare:- Chiamatemi al cellulare Erode, subito!-
Potrei anche non dire di Megamind, che costruisce spade laser lunghe un metro e dieci, coi fogli di carta arrotolati, usando tutta la carta della stampante(ma tanto stampa solo rosso-giallo) e consumando due pennarelli verdi a settimana, visto che le fa per tutta la classe che nemmeno un laboratorio cinese nel seminterrato.
Potrei non raccontare di WonderWoman che sta già stilando lista di invitati e menu per la sua festa di compleanno, che mi chiama "mammina" anche quando io sono di pessimo umore come cerbero. Che mi chiede: -ma tu lo ami ancora papà?- e poi non ascolta la risposta perchè la sa già,e se ne va cantando she moves.
Potrei soprassedere su Catwoman, che vuole volare a tutti i costi, e chiede ali da fatina, ali di cartone, ali da pipistrello. (Promemoria: non lasciare finestre aperte)
E nemmeno parlare di Mario, che vuole comandare tutti, passa davanti alla cameretta delle sorelle e proclama:-cos'è questo casinooo?-
In fondo potrei parlare del mio splendido lavoro (si prega di pronunciare con tono sarcastico, please), di come sia bello lavorare sotto le intemperie nel disprezzo generale dei cittadini e tra le malignità di molti colleghi.
Oppure potrei parlare dei miei sogni e delle mie idee geniali, ricordandomi poi, però, che la bravura non sta nell'avere le idee ma nella caparbietà per renderle concrete, lavorando come se non ci fosse un domani.
E nemmeno le lavatrici da fare.
E invece parlo dei Fantastici4, e della Gfamily, per non dimenticarmi chi sono io, e chi sono loro, perchè la vita sfugge, e per esempio ieri il Gmarito è arrivato sulla porta della cucina con in braccio SuperMario, il quale aveva preso in braccio la sua scimmia Kikj, e poi mi ha salutato con la sua vocetta di bimbo, dicendo: -Io vado a letto. -Con un sorriso, dopo un capriccio infinito che io non avrei saputo mai sedare.
E ho pensato che senza loro, io non sarei io.
Non avrei niente da sognare.
E nemmeno da disegnare.
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